di Massimo Mastruzzo*
No, l’Italia non solo non è un Paese per donne, l’Italia non è un paese per il Sud ed in modo particolarmente discriminatorio non lo è per le donne del Sud Italia. Peggio, non è un paese dove il Sud possa, a queste condizioni, continuare a farne parte.
Questo bigottismo comunicativo che non ha il coraggio di dire come stanno le cose è lo specchio politico dei vari governi che non hanno mai voluto affrontare concretamente la situazione duale del Paese Se pensiamo alla percentuale di donne del Dud Italia, che pur mantenendo la residenza nelle regioni di origine sone emigrate per poter lavorare, possiamo dedurre quanto quei dati sulla percentuale di disoccupazione femminile nel Sud Italia siano di una tale gravità che una denuncia presso la Corte Europea per i diritti dell’uomo, dovrebbe essere presentata da un qualsiasi parlamentare eletto a rappresentare il territorio del Sud Italia.
Sono anni che i dati Eurostat indicano come l’Italia sia la Cenerentola d’Europa per l’occupazione femminile: quattro regioni del Sud – secondo quanto emerge da dati Eurostat – risultano tra le cinque peggiori nell’Unione europea a 27.
In particolare in tre regioni italiane le cose vanno davvero male. Il tasso di occupazione, che in Europa è del 62,4% per le donne tra i 15 e 64, si è attestato sotto il 30% con la Campania in calo al 28,7%, la Calabria al 29% e la Sicilia al 29,3%. A fronte di una media del 32,2% nel Sud Italia e del 33,2% nelle Isole.
In pratica una donna residente al Sud ha meno della metà delle possibilità di trovare un lavoro rispetto a una nata o emigrata a Nord.
Come questa situazione di palese incostituzionalità possa trovare riscontro con il messaggio improntato sulla dignità del presidente Mattarella, è l’enigma irrisolto della Questione Meridionale.
*direttivo nazionale M24A-ET | Movimento per l’Equità Territoriale
(8 febbraio 2022)
©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata