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Napoli e Napoletani tra nuovi barbari e misure di (in)sicurezza

di Alfredo Falletti

“L’uomo si differenzia dalla bestia per l’intelligenza” si diceva tanti anni addietro e ancor prima Sallustio affermava che “tutti gli uomini che vogliono contraddistinguersi da tutti gli altri animali, si sforzino con grandissima responsabilità a non trascorrere la vita in silenziosità, come gli animali, che la natura ha creato curve in avanti e schiave del ventre”.

Imbarazzante dover scomodare Sallustio che oggi cestinerebbe tutta la sua opera “Bellum Catilinae” dinanzi a quanto accaduto a Napoli.

Sarebbe infatti costretto a nobilitare a dismisura le bestie naturalmente incapaci di devastare il loro habitat e prendendo esempio dalla strepitosa mimica dell’immenso Totò, l’illustre storico e senatore romano (tutt’altra pasta e spessore rispetto a quelli attuali) avrebbe sputato in un occhio a quella popolazione di disadattati mentali per i quali già la bestialità rappresenterebbe uno strepitoso balzo in avanti nella storia dell’evoluzione umana che, a quanto è dato constatare, è ancor più travagliata di quanto ci si potesse aspettare e soprattutto in ritardo per tanti. Ma un trattamento “umido” del Principe de Curtis lo avrebbero analogamente meritato anche coloro che, pur consapevoli della partenza dei pronipoti di Unni e Visigoti non più civili dei loro avi, non hanno ritenuto di limitarne i movimenti, dissuaderne anche parzialmente le intenzioni dall’alto della loro supposta superiorità teutonica. Né possono sentirsi esentati da vigorose critiche coloro che, altrettanto consapevoli del passaggio delle Alpi di quei novelli Attila, non hanno preparato un’accoglienza che quantomeno limitasse i danni.

Fuori da ogni sarcasmo, ieri si è assistito alla disfatta del concetto di sicurezza di una città e dei suoi cittadini, ma soprattutto della capacità di far fronte ad un fenomeno non solo annunciato, ma che avrebbe anche potuto avere dimensioni drammaticamente più ampie.

Fa rabbrividire che questi umanoidi teutonici siano stati aiutati da altrettanti umanoidi nostrani, supporters dell’Atalanta, squadra del tutto estranea alla partita disputata, confermando che di motivazioni di tifo calcistico ci sia stato ben poco in ciò che è accaduto. Nei fatti si è trattato di un autentico attacco sovversivo all’ordine pubblico, alla città, attraverso atti delinquenziali tatticamente ben orchestrati e con una strategia fin troppo ben studiata per poterla definire improvvisata; azioni alla quali non si è dato il giusto peso né alla partenza da parte delle autorità tedesche né all’arrivo da parte delle autorità italiane che hanno mandato allo sbaraglio le forze di polizia in pieno centro storico dove non avrebbero avuto margini di manovra efficaci per rendere inoffensivi quei selvaggi.

Conoscendo il livello di pericolosità di quella teppaglia neonazi non si sarebbe dovuto farli entrare in centro città alimentando il loro delirio di onnipotenza e di forza confinandoli invece al loro arrivo in qualche località fuori dal centro di Napoli, un campo sportivo, un’area chiusa dove fosse comunque possibile tenerli sotto controllo con qualsiasi mezzo da parte di quelle centinaia di poliziotti e carabinieri privi di possibilità di reazione tra le vie del centro storico.

Inoltre, essendo senza biglietto d’ingresso allo stadio ed in considerazione che la trasferta fosse stata vietata anche dello stesso Ministero dell’Interno, questo confinamento sarebbe stato legittimo e pienamente giustificabile e dopo la fine della partita, quando le altre forze dell’ordine si fossero aggiunte, sbatterli sui pullman e treni rispedendoli in Germania dopo averli identificati. Altro che sfilata per le vie del centro!

Quel che preoccupa sono l’organizzazione e le modalità usate tanto da far pensare che conoscessero molto bene i luoghi nei quali tutto è accaduto e ogni cosa conferma l’intento di mettere a ferro e fuoco il centro città. Da qui il paradosso di condurli proprio lì a minima distanza dagli altri imbecilli facinorosi locali. Addirittura neanche sussisteva l’obbligo di portarli allo stadio dato che oltre ai palesi intenti bellicosi erano tutti senza biglietto: nulla avrebbe impedito alle autorità di condurre lontano e tenere a bada tale subumana gentaglia e a cose finite sbatterli su treni o pullman e “raus!” a casa. Invece, a danno fatto e ad inadeguatezza manifestata sul campo si aggiunge la beffa.

Di tutte le centinaia di umanoidi, otto arresti: tre tedeschi e cinque napoletani; e dire che le immagini hanno ripreso decine e decine di loro che lanciavano tutto quel che trovavano per strada contro la polizia e soprattutto lanciavano petardi e bengala in gran quantità per i quali ci sarebbe da chiedersi come siano riusciti a portarne così tanticome mai in un viaggio di oltre mille chilometri nessuno abbia avuto idea di disporre controlli, verifiche di identità, controllo documenti… O sono stati forniti al loro arrivo da complici italiani mimetizzati tra le loro fila? Ma lasciamo il complottismo a chi se lo merita.

I cinque napoletani sono preda facile per la polizia, è ovvio, ma di seicento pazzi scatenati tedeschi che hanno messo in pericolo l’incolumità di civili e forze dell’ordine, che hanno devastato strade e negozi e tutto quel che si parasse loro davanti, di centinaia solo tre… E se invece di arrivare in seicento tutti insieme fossero arrivati in mille o più in ordine più o meno sparso, cosa sarebbe potuto accadere?

 

(17 marzo 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 



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