La granitica unità delle destre va in pezzi anche in Sicilia

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di Daniele Santi

Scontro Meloni-Berlusconi sulla questione elezioni in Sicilia. Faccenda delicatissima è, perché Meloni vorrebbe la riconferma di Musumeci mentre Berlusconi al “fatti più in là” preferisce il “ne parliamo più in là”.

La faccenda è esplosa fragorosamente durante l’ennesimo vertice delle destre – come riconfermare le poltrone, cosa a te e cosa a me, niente tasse, razzismo spiccioli, niente condanne a Putin, insomma le solite destre – ad Arcore. Dopo Casa Berlusconi Fratelli d’Italia è infatti uscita con una nota “con rammarico”, piangenti in questa valle di lacrime, si faceva notare come uno dei “nodi da sciogliere” fosse proprio quello della “ricandidatura del governatore uscente Musumeci” che tanto piace a Meloni e parrebbe assai meno a Salvini. Il salomonico Silvio schierossi per un ne parliamo più in là che fa scalpitare l’irrquieta Meloni che già si vede incoronata regina d’Italia con giubileo al seguito.

Le granitiche destre unite presenteranno così candidati differenti nelle cinque città più importanti della Sicilia, perché l’unità granitica è una cosa seria e si dimostra sul campo, con Meloni per niente soddisfatta dei tira e molla berlusconiani e legata all’affezione per il cavallo zoppo tanto per ricordare il capolavoro del suo candidato a Roma.

E se è vero che “i dubbi su Musumeci” non sono di Salvini o della Lega “ma semmai della netta maggioranza dei siciliani stando ad esempio all’ultimo sondaggio pubblico di Swg, che lo vede purtroppo terz’ultimo per gradimento in tutta Italia”, come ricorda soavemente una nota del segretario siciliano della Lega, Nino Minardo, saremmo di fronte all’ennesimo candidato perdente scelto dalla leader del 21% e un po’ nei sondaggi – primo partito nelle intenzioni di voto al grido di “A Roma! A Roma”: ma lei a Roma c’è già, ed è il secondo partito, dietro quello di Calenda che le porta via elettori, con una percentuale più o meno simile a quella dei sondaggi nazionali.

 

(18 maggio 2022)

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