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Diritti LGBTI+ e Governi: breve storia triste

di Paolo M. Minciotti, #DdlZan

Quando si iniziò a fare sul serio con le Unioni Civili in Italia era più o meno la fine del 2005; in quel periodo Zapatero in Spagna approvò con il suo governo la legge sul matrimonio egualitario (nel 1998 la Francia aveva approvato i PACS); sulla questione Unioni Civili e parità di diritti anche per le coppie dello stesso sesso Romano Prodi disse poche ma chiarissime parole: “Non si può zapaterizzare il paese”.

Le Unioni Civili vennero approvate nel 2016 dal Governo Renzi, dieci anni dopo. Era la Legge Cirinnà e il M5S di allora (che non è quello di oggi) fece di tutto per farla saltare in aria. E quasi ci riuscì. All’ultimo momento. Dovette intervenire Alfano coi suoi voti. La Legge che abbiamo oggi, monca e studiata per coppie considerate di serie B, è responsabilità anche di quelle opposizione là. Che troppi si sono già dimenticati.

Dalla zapaterizzazione di prodiana locuzione e la firma della Legge Cirinnà da parte del presidente Mattarella (20 maggio 2016) passarono dieci anni; dieci anni in cui persino Anna Paola Concia, che si era presa tra le mani la patata bollentetra agguati del suo stesso partito, ne vide di tutti i colori mentre la velenosa ed inconcludente destra di questo paese gridò tutto e il contrario di tutto arrivando a dire che legalizzando le unioni tra persone dello stesso sesso si sarebbe arrivati alla richiesta di sposarsi con animali e all’approvazione anche di quelle unioni.

Posto che quello di sposarsi con animali è il triste destino di certe mogli umane, di solito all’interno di coppie eterosessuali che procreano, quelle stesse donne che non vdranno l’aggravante del crimine d’odio per i mariti e i compagni etero che le massacrano, e lasciando da parte le battute grevi, quella destra là è ancora tutta dove stava: ed è la stessa – tra cambi di casacca, di nomi, di simboli, di poltrone, di capi politici, di referenti e bla bla bla – che ha esultato per l’affossamento di una legge che avrebbe consentito a tutta la popolazione italiana di vivere più liberamente e con più protezioni e tutele.

Disgustati da tanto umano orrore tocca così dire che Romano Prodi si è sbagliato: il paese non è stato zapaterizzato, è stato spaventosamente neofascistizzato. E non è certo responsabilità dell’avere concesso maggiori diritti a gay, lesbiche, bisessuali e transessuali.

Fine delle breve storia triste.

 

(28 ottobre 2021)

©gaiaitalia.com 2021 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 

 



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