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Dietro le quinte del festival “Versi di Luce”

di Giuseppe Sciarra

“Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando”; questa frase dello scrittore siciliano Leonardo Sciascia mi ronza in testa con acuta malinconia di fronte a un mare libero e fiero che osservo dall’alto; che è quello di quest’isola che abbaglia gli occhi per la sua bellezza sfrontata e allucinatoria per quanto è bella.

Sono sul volo di ritorno, accovacciato su un sedile, da solo rispetto agli altri passeggeri, nelle ultime file dell’aereo che mi riporterà nella città eterna dove abito e sopravvivo e già indosso lo sguardo del lutto. Dopo aver fatto parte della giuria alla XV edizione del festival di cinepoesia “Versi di Luce” che si è tenuto a Modica e a Gela – io facevo parte del gruppo di Modica – vorrei fermare il tempo, rivivere quello che ho vissuto in questi giorni e ritrovarmi di fronte alla vita sempre così pronto e in pace con me stesso con amici conosciuti da poco, ma è come se fosse da sempre.

“Versi di Luce” è un festival che Tiziana Spadaro, ex studentessa di cinema al Dams di Bologna, porta avanti da anni tenacemente e coraggiosamente – visto il peso che il nostro paese dà alla cultura – assieme a Elio Cassarino e Nausica Zocco. Il festival dà spazio a tutto quel cinema d’autore, d’essai o come diavolo lo volete chiamare di registi e registe italiani (e non) che spesso non godono di una grande copertura mediatica ma che, vi assicuro, hanno un grande talento e propongono opere che  farebbero la gioia non solo dei cinefili più incalliti.

Non conoscevo – mea culpalo straordinario regista e attore Federico Tinelli che era in giuria con me. Ho visto due suoi lavori notevoli: “The Miracle”, molto alla Cinico tv con le sue gag paradossali e anticlericali e “I believe in the Power of Love”, un’opera a metà strada tra la video arte e le avanguardie americane degli anni ’60 e ’70, poetica e commovente. Così come non conoscevo lo sceneggiatore, regista e poeta siciliano Nino Martoglio, il cui film “Sperduti nel buio” è andato perduto a causa delle SS naziste durante la guerra, le quali hanno sequestrato l’opera di quest’artista mai più ritrovata. Questa chicca l’ho saputa da un uomo dalla cultura immensa, il critico cinematografico e saggista Franco la Magna che ha presentato un libro su Martoglio (che lui non sa ma che io comprerò) – Nino Martoglio, il moschettiere del cinema edito da Algra Editore – che mi ha fatto incuriosire sulla vita di questo autore.

Sono stato insieme a Franco e la sua adorabile compagna, Tiziana, il critico di cinema e saggista Renato Scatà  – che ha scritto un saggio molto interessante “Pop corn e patatine. Dalla sceneggiata napoletana al nuovo cinema meridionale” –  Eleonora, la compagna di Renato, il regista romano Lorenzo Spinelli che abbiamo premiato per il suo documentario sulla poetessa Patrizia Cavalli “Un respiro parziale ma intero”, già vincitore come miglior corto all’ultimo festival di Torino, il sensibile e bravissimo pianista Salvino Strano, si è parlato di settima arte per tutto il tempo, a pranzo e cena, scambiandoci idee, impressioni, entusiasmi, delusioni; il cui collante era sempre e solo l’amore che ci unisce per il cinema – e che ha permesso a ognuno di noi di mettersi a nudo con le parole e i propri pensieri riconoscendo ciascun nell’altro il medesimo fuoco sacro.

Le risate, le conversazioni sul cinema muto o sulle grandi dive del cinema classico, la bellezza di Modica, (cittadina dalla vivace vita culturale, famosa per il cioccolato), la visione delle opere in gara, l’entusiasmo e la dolcezza di Tiziana che ha donato a tutti i suoi cittadini la bellezza del cinema con la C maiuscola, resteranno un ricordo indelebile per me difficile anche da spiegare con un semplice articolo in cui ho anche difficoltà a racchiudere tutto quello che serbo dentro. “Versi di Luce” è proprio una famiglia dell’anima, come direbbe Michela Murgia, che si è ritrovata per qualche giorno a condividere i propri sogni camminando per la stessa linea di quel sentiero che è il cinema. Un sogno a occhi aperti come la Sicilia,  scenario della mia fuga da Roma nell’albeggiare di una nuova e ritrovata coscienza di chi sa cosa vuole essere e cosa vuole diventare come regista e uomo. Grazie Tiziana. Grazie Versi di luce. Grazie Sicilia.

 

(18 dicembre 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 





 

 

 

 

 

 



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