di Giancarlo Grassi
Il pasticciaccio Todde, posto che sulla questione si esprimerà la magistratura, e posto che in Italia (e qui ha ragione, anche se costa dirlo, chi nell’attuale maggioranza di governo lo afferma) certa magistratura ci ha abituati a errori grossolani e a conseguenti marce indietro, rappresenta una ghiotta e imperdibile occasione per Conte di cercare di ingrassare alle spalle del PD.
Siamo dunque quasi certi che da qualche parte, magari proprio dal quotidiano di Travaglio, qualcuno lancerà la caccia al PD quale colpevole della defenestrazione possibile di Alessandra Todde (alla quale defenestrazione non crediamo). Perché dovrebbe avere tutte le colpe il PD? Perché è il primo partito dell’opposizione, perché cresce e perché quando la tua proposta politica è alla canna del gas non resta che cercare di prendere voti da dove possono uscire. Che significa non preoccuparsi di ciò che è visibile: cioè di quell’oltre 33% di elettori che alle urne non ci vanno più e di quel trenta per cento che in pochissimi anni è passato dal M5S, a Salvini e poi a Meloni senza soluzioni di continuità, alla ricerca dell’ennesimo messia che gliela spari grossa.
Dunque lunga vita alla via più facile: cogliere ogni occasione per dare la colpa al PD, anche quando la stessa Todde afferma di averne il sostegno, in un susseguirsi di cambiamenti di fronte e di opinione; come se non fosse chiaro che non esistono né il fronte né le opinioni. Tristissimo.
(5 gennaio 2025)
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