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Nei programmi dei partiti per le ultime elezioni europee, nessun cenno alla Disomogeneità Territoriale

di Massimo Mastruzzo*

Alle ultime elezioni per le Europee si è sostanzialmente assistito a proposte politiche che si possono tranquillamente definire, se non monotematiche, perlomeno similari. Diverse di queste sicuramente importanti e alcune condivisibili, ma nulla di concreto rispetto alla mancanza di equità e coesione sociale che, tra gli Stati membri dell’UE, contraddistinguono negativamente l’Italia. La parola Sud, infatti, compare solo in una parte del programma del M5S relativa ai trasporti: “Miglioramento dei collegamenti tra dorsale adriatica e tirrenica e quelli con il Sud.”

Non bisogna dimenticare, però, che l’Italia è il principale beneficiario dei fondi europei del Next generation Eu, e la fetta maggiore dei fondi le è stata assegnata non certo per il suo buon cibo o per le sue meravigliose opere d’arte, bensì per la maggior disomogeneità territoriale con una forbice tra il Nord e il Sud del Paese che non ha eguali tra gli Stati membri della UE.

Come Movimento Equità Territoriale abbiamo provato ad introdurre nel dibattito quell’irrisolta questione meridionale che ad oggi si traduce, appunto, in disomogeneità territoriale, ovvero ad una palese differenziazione di diritti costituzionali che per oltre 20 milioni di cittadini del Mezzogiorno d’Italia significa:

  • emigrazione (ancora oggi come per i loro bisnonni. ISTAT: Nei 10 anni 2012-2021 sono stati pari a circa 1 milione 138 mila i movimenti in uscita dal Sud e dalle Isole verso il Centro-nord);
  • meno sanità (Fondazione Gimbe: “La migrazione sanitaria porta 4,52 miliardi alle regioni del Nord. Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto – Regioni capofila dell’autonomia differenziata – raccolgono il 93,3% del saldo attivo, mentre il 76,9% del saldo passivo si concentra in Calabria, Campania, Sicilia, Lazio, Puglia e Abruzzo.”)
  • meno istruzione (Nascere al Sud significa “perdere” di fatto un anno di scuola perché mancano infrastrutture, risorse, tempo pieno. Secondo lo Svimez agli alunni del Sud un anno in meno di scuola rispetto al Nord);
  • meno infrastrutture considerate prioritarie per lo sviluppo di un territorio, dalle strade alle ferrovie, dagli ospedali alle scuole etc… ( con l’aggravante vergognosa degli ultimi tagli nascosti del decreto Coesione. Il vecchio fondo – ora soppresso – prevedeva 4,6 miliardi fino al 2033, quello che si prepara a varare il governo conta su appena 890 milioni. E non è questo l’unico taglio a danno dei cittadini del Sud-Italia).

E mi fermo qui anche se potrei continuare con la disoccupazione femminile (i dati sull’occupazione femminile nelle regioni del Sud del nostro Paese sono i peggiori d’Europa).

Questo nonostante l’Italia annovera nella sua carta costituzionale l’articolo 3 che nel suo secondo comma sancisce il principio dell’uguaglianza sostanziale, secondo cui è compito preciso dello Stato rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che di fatto limitano la libertà e l’uguaglianza dei consociati.

E ancora di più ricordando che nel 1995 l’Europa, con la dichiarazione di Barcellona aveva messo nero su bianco che i conti sul proprio futuro si sarebbero fatti sulle sponde del Mediterraneo; centralità del Mediterraneo, nella quale l’Italia e soprattutto il Mezzogiorno, con la guerra in Ucraina ha irrotto sulla scena, sono diventati a dir poco strategici.

Oggi più di 25 anni fa, Sud come hub energetico e ponte tra l’Europa e l’Africa sono un’opportunità perfino obbligata per l’Europa, consapevole di avere pagato a caro prezzo l’unilateralità degli accordi (e delle relazioni politiche) per la fornitura di energia.

Mentre l’Italia (dati di Italia domani) usa i fondi per investimenti nei porti del nord, dal 2013 ad oggi la Cina ha investito circa 75 miliardi nella sponda meridionale del Mediterraneo e 16 miliardi in Turchia. Il 30% degli investimenti cinesi si è concentrato su trasporti e logistica e il 24% sull’energia. Sono numeri forti quelli del Rapporto annuale di Srm che danno l’idea di quanto sia urgente la sfida che l’Europa e i Paesi del Mediterraneo allargato devono sostenere per ridiventare competitivi.

Eppure in Italia (Dati di Italia domani), le regioni in cui ci saranno più progetti sono Liguria (12), Toscana (5), Friuli-Venezia Giulia e Lazio (4). Per quel che riguarda gli importi, sono maggiori sempre in Liguria (38,01 milioni) e Friuli-Venezia Giulia (19,18). Il progetto che prevedrà più risorse è l’intervento sulle infrastrutture energetiche portuali non efficienti del porto di Trieste, gestito dall’autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, per cui sono previsti 15 milioni di euro.

Mentre il porto di Gioia Tauro, erano gli anni 90 e, il porto di Gioia Tauro era destinato a diventare il più grande porto di scambio marittimo-ferroviario, aspetta  ancora un degno collegamento alla linea ferroviaria (come dimenticare l’allora ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti della Repubblica Claudio Burlando che veniva intercettato mentre si rivolgeva all’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato Lorenzo Necci, con queste parole: “Se fai partire un solo treno da Gioia Tauro ti caccio!”), gli interventi sul traffico ferroviario riguardano, guarda caso, le linee dell’alta velocità situate nel nord del paese e mirano a potenziare la catena logistica di collegamento con i porti su ferro per garantire un trasporto delle merci alternativo a quello su gomma.

La regione per cui sono previsti maggiori progetti e maggiori finanziamenti è il Piemonte. In particolare si tratta di 7,72 miliardi per 4 interventi. Seguono, a livello di finanziamenti, Liguria (7,39 miliardi) e Veneto (5,36). Il progetto più consistente è la realizzazione di un perimetro cipe nella tratta che collega la Liguria e il Piemonte lungo la linea compresa tra Genova e Milano. si tratta di 6,9 milioni di euro.

Sarà un caso che l’affluenza nel Mezzogiorno è stata del 43,7%? Sarà un caso, ma nei programmi dei partiti italiani alle ultime elezioni europee, nessun cenno alle esigenze dei territori, e dei suoi cittadini, del Sud Europa.

 

*Direttivo nazionale MET
Movimento Equità Territoriale

 

 

(23 agosto 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 

 



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