Ai giovani della Sardegna, a tutte le donne e gli uomini liberi di quest’isola, che il 2026 sia l’anno in cui restare diventi finalmente una scelta possibile, e non un sacrificio. Un anno in cui l’emigrazione smetta di essere l’unica risposta al talento, ai sogni e alle competenze di questa terra unica al Mondo. Un anno in cui la Sanità pubblica sarda possa rinascere come l’Araba Fenice dalle proprie ceneri, tornando a essere moderna, efficiente, umana e realmente al servizio dei Sardi, senza costringere nessuno a viaggi della speranza.
Che agli studenti venga restituita fiducia, opportunità e futuro, affinché l’abbandono scolastico non sia più una ferita aperta che vede la nostra Isola primeggiare in negativo nel panorama nazionale, ma diventi una sfida finalmente vinta. Che Industria e Formazione Professionale possano incontrarsi davvero, superando slogan e promesse, per costruire un’unica e vera Alta Formazione Professionale, capace di creare lavoro qualificato e duraturo.
Che Turismo e Trasporti sappiano liberarsi di visioni vecchie di vent’anni e trasformare la Sardegna in una reale meta turistica europea, capace di produrre occupazione stabile, dignità del lavoro e reddito diffuso. Che chi governa, comprenda, che il suo ruolo non è quello di essere un nobile pre Rivoluzione Francese, bensì di essere al servizio delle genti Sarde.
Che sia chiaro, che non si può fare a meno di un ponte a 4 corsie verso l’Europa 🇪🇺, “materiale o immateriale”, serve fortemente una nuova visione per le nostre città e la nostra isola 🇪🇺. In Europa ci sono decine e decine di isole e terre remote, che nonostante tutto fruiscono di servizi stabili e dignitosi, di collegamenti aerei, di una Sanità locale d’eccellenza e di un’istruzione moderna e funzionale.
Ecco perché il futuro è l’Europa, mentre tutto il resto sono scorciatoie scivolose…
C’è un’Europa che si sta muovendo, milioni di giovani, che si sentono cittadini Europei che guardano con attenzione a tutti quei movimenti Europeisti, che sono assolutamente il nostro futuro. Questo è il XXI secolo, hellooooo, wake wake, sveglia! La popolazione diminuisce ed invecchia, i paesini scompariranno e nell’isola rimarranno solo le pietre dei nuraghi che sono ferme lì, immobili da oltre 3 mila anni.
Un esempio forte, ma almeno qualcuno mi auguro, capirà la forte metafora fra l’immobilismo generale e le pietre, che se anche belle ed affascinanti, sono lì “per contemplare se stesse”.
Che prevalgano sempre la cultura dell’accoglienza, dell’inclusione, dell’uguaglianza e dell’equità, insieme alla lotta al bullismo e a ogni forma di violenza, in particolare quella contro le donne. Che si rafforzi la sensibilità verso gli ultimi, verso chi è caduto ma ha diritto a una seconda possibilità, perché una comunità si misura da come sa prendersi cura dei più fragili. Che dalla nostra Sassari possa rinascere quella forza democratica, moderna e coraggiosa che tante, tantissime volte ha saputo indicare una strada nuova. E che le “anime nere” che hanno ipotecato il futuro dei vostri figli, dei miei nipoti e di tutti i giovani vengano finalmente scacciate o confinate ai margini, una volta per tutte.
(27 dicembre 2025)
©gaiaitalia.com 2025 – diritti riservati, riproduzione vietata

