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Ignoranza e disinteresse possono giustificare l’inconsapevolezza?

di Massimo Mastruzzo*

La maggior parte delle persone è predisposta ad accettare lo status quo di questa Italia: duale, disomogenea, incostituzionale, che si batte vigorosamente contro l’immigrazione ma ignora l’emigrazione interna, che non riesce a comprendere come per togliere il rdc basterebbe creare occupazione lì dove fino ad oggi lavoro è stato  sinonimo di emigrazione.

Un popolo inconsapevolmente colonizzatore e colonizzato a secondo del proprio luogo d’origine. C’è chi ha compreso questa strana situazione, e chi ha grosse difficoltà a farlo, e forse non lo farà mai. Non biasimo queste ultimi perché sono stati strutturati a vivere sul pregiudizio. Questo vuol dire mangiare, bere, lavorare, guardare la televisione, uscire il sabato sera, accettare come normalità che il sud abbia meno: meno reddito pro-capite, meno sanità, meno infrastrutture, perché… se lo merita.

Il loro mondo finisce lì. Non sono in grado, e forse non hanno nemmeno voglia, di approfondire, avvalorando di fatto quel pensiero, mi auguro inconsapevolmente, razzista, che sia una questione puramente antropologia.

Dopotutto quando il direttore di Libero, Vittorio Feltri, su Rete 4 disse:” I meridionali non soffrono di complessi di inferiorità, in molti casi sono inferiori” e ancora, riferendosi alla Campania, ha aggiunto: “Perché mai dovremmo andarci? A fare i parcheggiatori abusivi?”. E di fronte alla precisazione del conduttore Mario Giordano (“Eh addirittura, adesso me li fai arrabbiare davvero. No direttore, non puoi dirlo questo”), Feltri ha proseguito dicendo: “E chi se ne frega, si arrabbino. Ma chi se ne frega se si arrabbiano….”.  A parte qualche labile protesta istituzionale e del mondo culturale (Il senatore Ruotolo, lo scrittore De Giovanni) e la nota del presidente dell’Ordine dei giornalisti:” I conduttori devono dissociarsi o saranno deferiti al Consiglio di disciplina“, che appare più che altro l’invito ai conduttore all’autotutela, non si è certo vista quell’indignazione di massa che avrebbe meritato un tale pensiero discriminatorio, se non razzista o peggio ancora xenofobo, rivolto a circa i 14 milioni di cittadini (inferiori) dell’Italia meridionale (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia).

C’è però una parte di cittadini italiani che sono diversamente colonizzati e immuni al pregiudizio, che, sfuggiti al controllo qualità della linea di produzione della sistema italiano, si battono contro la disomogeneità territoriale nazionale e sono per l’applicazione dell’articolo 3 della costituzione, che se nella sua prima parte si focalizza sul principio di laicità ricordando che :

  • «Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.»

Nella sua seconda parte definisce il “principio di uguaglianza” e recita:

  • «È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.»

Ma sono anche per il pieno rispetto dell’art. 9 che rientra tra i principi fondamentali e dopo l’ultima riforma ha introdotto un ulteriore comma che:

  • Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali.

E l’art. 41 che si trova nella parte dedicata ai “diritti e doveri dei cittadini”, nel titolo III, rubricato “rapporti economici”. Attualmente, è composto da tre commi e l’ultima riforma ha introdotto alcuni “incisi”, qui riportati in grassetto.

  • L’iniziativa economica privata è libera. 
  • Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. 
  • La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali.

Cittadini che sono probabilmente eretici, sicuramente combattivi, convintamente per l’Equità Territoriale.

 

*Segreteria nazionale M24A-ET
Movimento per l’Equità

 

 

(10 novembre 2022)

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