di Redazione, #Calabria
Prima il Sindaco di Rosarno, ex UDC, arrestato nei giorni scorsi, e poi la mannaia che cala sul segretario nazionale del partito, quel Lorenzo Cesa che solo pochi giorni fa in televisione motivava il suo “no” rotondo al sostegno al governo Conte con non meglio precisati “valori” della destra italiana. L’accusa è pesantissima: associazione aggravata da mafia. Lorenzo Cesa si è dimesso immediatamente dalla segreteria dell’UDC dichiarandosi 2estraneo ai fatti”.
Secondo Repubblica che parla della faccenda in un lungo articolo, le accuse parlano di
Appalti in cambio di pacchetti di voti. Forniture di dispositivi anti-infortunio – mascherine, caschi, guanti – in cambio di preferenze. E spesso persino una cresta del 5% sulle commesse. Al centro l’Udc, che con il suo segretario regionale, oggi assessore al Bilancio, Francesco Talarico, finito ai domiciliari, e quello nazionale, Lorenzo Cesa, attualmente solo indagato, ha fatto da passe-partout all’imprenditore Antonio Gallo, braccio economico di tutti i clan del crotonese.
Lorenza Cesa è lapidario: “Ho ricevuto un avviso di garanzia su fatti risalenti al 2017” conferma il politico con una nota. “Mi ritengo totalmente estraneo, chiederò attraverso i miei legali di essere ascoltato quanto prima dalla procura competente. Come sempre ho piena e totale fiducia nell’operato della magistratura. E data la particolare fase in cui vive il nostro Paese rassegno le mie dimissioni da segretario nazionale come effetto immediato”. E al contrario di troppi altri indagati si dimette dalla segreteria nazionale UDC sul serio. Perché anche in momenti difficili conta lo stile.
Poi ci sono i domiciliari con l’accusa di associazione per delinquere aggravata dal metodo mafioso e voto di scambio per l’attuale assessore regionale al Bilancio, Francesco Talarico. E potrebbe esserci anche molto altro. Tocca aspettare e lasciare lavorare la giustizia.
(21 gennaio 2021)
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