di Giovanna Di Rosa
Nino Spirlì, grande statista leghista, già berlusconiano, già presidente facente funzioni della Calabria. nel 2017 invocava Putin come salvatore dell’Italia pregandolo dal par suo: “Putin, invadici! E facciamola finita”. Il pezzo sta ancora lì, perché i capolavori vanno preservati.
“Facci la santa cortesia, caro Presidente Putin, di rivolgere un paio di decine di migliaia di cosacchi verso l’Italia. E facci tuoi! Ci resti solo Tu come aiuto serio, credibile e concreto contro questa Europazza antitaliana, questi governanti imbecilli, queste signorine istituzionali dalle fantasie eroticoamoraliste”, perché il signore sa scrivere e allora ci dà dentro “questi gheiarcobalenati violenti saccenti e pretenziosi (…) questa catasta di finti buoni e veri accoglioni che ci stanno meticciato con la peggiore feccia raccattata nei continenti limitrofi”.
Così, con questo trionfo di umiltà e di accoglienza nei confronti dell’altro, con questa sana critica politica propositiva e positiva nel suo accogliere le opinioni altrui per farne proposte, quello che poi diventò il presidente facente funzioni della Calabria, causa morte prematura di chi le elezioni le aveva vinte, si rivolgeva allo Zar di tutte le Russie così caro al segretario del suo partito. Di eventuali parole di condanna scriveremo eventualmente poi, ammesso che arrivino. Per ora accontentiamoci di questo straordinario esercizio di stile, tanto liberatorio quanto sterile, di un politico che lascerà il segno fuori dalla “catasta di finti buoni”. Velo riportiamo perché è sempre bello sapere quello che pensano, finché non cambiano idea.
(22 febbraio 2022)
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