di Redazione #Calabria twitter@gaiaitaliacom #Politica
Uno sgrammaticato, incerto e confuso Nino Spirlì che non stava chiaramente nella pelle per essere stato invitato a Titolo Quinto ha dichiarato che “il Commissariamento della Sanità dev’essere superato” incolpando il governo di non “avere accolto” le sue proposte di lavoro condiviso per superare i problemi. Delle ragioni per le quali la Sanità calabrese è commissariata da dieci anni non ha fatto cenno, nonostante un calabrese su cinque debba emigrare per curarsi.
Il Commissario Longo, ruvido a sufficienza per mettere a disagio Spirlì, ha dato invece risposte chiare, precise, e soprattutto ha detto l’essenziale senza impaperarsi sul nulla o incespicare nella struttura della frase. Che in televisione è ciò che andrebbe fatto, mettiamola così.
Di fronte al servizio molto ben fatto di Titolo Quinto, la cui prima puntata ci aveva dato una pessima impressione, e lo avevamo scritto, ed ora facciamo ammenda di quella critica affrettata, Spirlì non ha battuto ciglio e mentre Longo parlava di ristrutturazione dei presidi sanitari che non funzionano, lui ha detto che “Non entra nella decisione dei sub-commissari”, riferendosi a Gino Strada pochi giorni dopo avere gridato sguaiatamente “Per avere Gino Strada commissario in Calabria dovranno passare sul mio corpo“. Forse non c’erano volontari, o non è stato necessario…
(4 dicembre 2020)
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