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Terra dei Fuochi, per l’Italia il Sud e i suoi figli spuri erano quelli sporchi, il Nord non poteva esserlo

di Massimo Mastruzzo*

C’è voluto oltre un decennio, in cui si sono succeduti 12 governi nazionali, affinché il pregiudizio nazionale, che ha cercato di pulirsi la coscienza attraverso l’accusa dell’erba marcia del vicino, eludendo così l’attenzione dal calpestio dello sporco sotto i propri piedi, si arrendesse all’evidenza della condanna della corte di Strasburgo:

  • le autorità italiane mettono a rischio la vita degli abitanti della Terra dei Fuochi, l’area campana coinvolta nei decenni scorsi nell’interramento di rifiuti tossici. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti umani che ha condannato l’Italia che, pur riconoscendo la situazione, non ha preso le dovute misure.
  • Non è bastato dimostrare fin dal 2003, con inchieste e dossier di Legambiente alla mano, quanto l’inquisitore fosse in realtà più “sporco” dell’accusato.

Legambiente nel 2013 aveva addirittura presentato il dossier Le Rotte della Fuochi dove veniva chiaramente riportato come nella Terra dei fuochi, dal 1991 al 2013 siano riusciti a censire ben 82 le inchieste per traffico di rifiuti che hanno incanalato veleni da ogni parte d’Italia per seppellirli direttamente nelle discariche legali e illegali della Terra dei fuochi, gestite dalla criminalità organizzata casertana e napoletana; inchieste concluse con 915 ordinanze di custodia cautelare, 1.806 denunce, coinvolgendo ben 443 aziende: la stragrande maggioranza di queste ultime con sede sociale al centro e al nord Italia.

È servita una sentenza che richiamasse alla responsabilità un’intera classe politica bipartisan che per anni ha sottovalutato, nascosto quello che accadeva in quel territorio mettendo di fatto a rischio la vita di circa 3 milioni di cittadini che probabilmente non vengono considerati figli della Patria, ma figli spuri, altrimenti non si giustifica l’apatia istituzionale al cospetto di un rischio così grave per la salute pubblica.

È servita la Corte europea dei diritti umani per ricordare allo Stato Italiano che “non ci siano prove sufficienti di una risposta sistematica, coordinata e completa da parte delle autorità nell’affrontare la situazione della Terra dei Fuochi“. Per sottolineare  come i progressi nel valutare l’impatto dell’inquinamento sono stati lenti, quando invece occorreva velocità. E indicano come lo Stato non sia stato in grado di dimostrare di aver preso tutte le azioni penali necessarie per combattere lo smaltimento illegale di rifiuti;

Ci sono volute decine di bare, per dimostrare a una classe politica trasversale, alla continua ricerca dello stereotipo di un sud “immeritevole”, che non era lo  stile di vita errato uno dei principali fattori di rischio per la salute nell’area ( cit. Beatrice Lorenzin) che non era il troppo fumo, alcool e cibi grassi una delle cause principali dell’alto numero di tumori e malattie croniche che si registrano nella Terra dei Fuochi,

E mentre la corte Europea confermava che lo Stato non ha fatto nulla per evitare che bare bianche si riempissero di bambini senza nessuna colpa, e di genitori che hanno dovuto pagare un prezzo altissimo per ingordigia di denaro e di potere, i mass media nazionali dedicano interi programmi pomeridiani, i salotti dei talk show serali e le prime notizie dei quotidiani, a rincorrere i turisti che si recano a Roccaraso.

 

*Direttivo nazionale MET
Movimento Equità Territoriale

 

 

 

(1 febbraio 2025)

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