di Ghita Gradita #Sanremo2020 twitter@gaiaitaliacom #TV&Radio
L’orribile dirigenza dell’orribile televisione di Stato di questo orribile paese dove si fa scempio di ogni dignità possibile in nome dell’asservimento al potere politico del momento, un paesucolo dove la politica è cortile e i galletti vallespluga si scannano per riverire il potente, c’è ora la favoletta Sanremo – che si preannuncia esilarante dopo la presentazione dei cavalli di razza, e delle giumente anziane da ospizio, che si esibiranno sul palchetto reso enorme dal famoso grandangolo – con la censura sulla giornalista Rula Jebreal oscurata dalla RAI qualche giorno fa ed ora rientrata alla co-conduzione di una serata a fianco di Amadeus.
Una vicenda tutta italiana, di raro, anzi rarissimo squallore che farebbe vergognare di vivere nel paese dove viviamo a fianco della gente con cui viviamo se non sapessimo che persino la vergogna più profonda è transitoria, ed è soprattutto nulla, rispetto a ciò che la classe dirigente – che non dirige una beata minchia – italiana è capace di inventarsi pur di nascondere il suo scarsissimo valore professionale prima che umano.
La decisione è stata presa durante un incontro chiarificatore tra l’ad Rai, Fabrizio Salini, il direttore di Rai Uno, Teresa De Santis e il direttore artistico e conduttore del festival, Amadeus. Rula Jebreal dovrebbe dedicare un momento di riflessione dal palco dell’Ariston alla violenza sulle donne.
La madre della giornalista – doppia cittadinanza italiana ed israeliana, di origini palestinesi, donnna preparatissima, due lauree, collaborazione con CNN e NYT, quattro lingue parlate e scritte che il Grande Salvini ha chiamato “valletta”, a proposito di squallori – è morta suicida quando lei aveva 5 anni, in seguito alle violenze e agli abusi subiti.
(7 gennaio 2020)
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