di Daniele Santi
Se la presidente del Consiglio Meloni va alla presentazione del libro del prelato, l’obbligo di coprirsi il capo di cenere, magari con l’aiuto dell’augusto parrucchiere, è lì. Senza nemmeno nominarlo. Così che nemmeno stupisce che la leader della destre-destre a cui sembra non fregare un accidente di chi crepa in mare, che rifiutano una norma europea che darebbe a tutti i bambini gli stessi diritti in tutti gli stati UE per discriminare le coppie dello stesso sesso, che va a Cutro a fare un consiglio dei Ministri che non decide niente e nemmeno visita i parenti degli annegati in acque italiane, si vesta di un’umiltà che parrebbe essere ben lontana dal possedere.
Naturalmente, la sede è delle più adatte, dice “ringrazio Dio” per essere costretta a fare quello che lei chiama scelte; non è detto che dio ringrazi lei. Sui ringraziamenti degli Italiani si pronuncerà la storia, cioè le prossime elezioni.
Non ci poteva essere più luogo più adatto per sfoderare il vittimismo delle destre-destre che dopo avere vinto le elezioni con panzane irrealizzabili si inventano il “non sono stata fortunata”, si concentrano sul “periodo più duro del dopoguerra”, insomma non sono lì per governare il paese qualunque cosa accada, ma per lamentarsi che le cose non vadano come si erano immaginati. nel frattempo prendono le decisioni più semplici: togliere il reddito di cittadinanza, ad esempio, senza mettere in piedi uno straccio di progetto formativo (dovevano raccontarcelo a gennaio, siamo a metà marzo). Ma sono dettagli.
Così alla presentazione del libro di Padre Antonio Spadaro riesce a dire che “l’Italia non ha avuto una politica industriale”. Che è quasi Vangelo, a volere rischiare di essere blasfemi. Dimentica di dire che lei era già lì e che quei governi che dovevano rivoluzionare l’Italia industriale con milioni di posti di lavoro erano composti esattamente dalle stesse facce che lei, dopo anni di opposizione da dove era facile gridare “al lupo”, si è portata dietro. E ora dice “Non sono stata fortunata”. chi è causa del suo mal… direbbe la nonna, ma non tiriamo in ballo la nonna. Basta ricordare che i milioni di posti di lavoro si sono persi e che la politica industriale non l’abbiamo ancora vista. Certo, tra la sfortuna e i pochi mesi di governo, la presidente del Consiglio ha giustificazioni a suo favore. Che poi finiscono. Come i soldi per le pensioni.
Poi l’affermazione che convincerà anche i più riottosi che all’Italia mancano statisti e non boccaloni: “Dalla crisi stiamo cercando opportunità: oggi l’Europa ha un problema di approvvigionamento, ma l’Italia ha un vantaggio, la geografia [sic] Questo può voler dire cooperazione con i paesi africani”: quali? Quelli che sono sotto dominio russo o gli altri? Quelli che la Cina si compra pezzo per pezzo? La premier che non è fortunata non lo dice. Passa a parlare di misericordia e le sue scelte su migranti, bambini tutti uguali e coppie omogenitoriali testimoniano quanta ne esercita. In perfetto accordo con Polonia e Ungheria. Stati dove la misericordia, lo testimoniano i processi per aborto e i fili spinati anti-migranti, è tutto.
“La Santa Sede è la più idonea per il negoziato: ha l’appoggio dell’Italia”, ha quindi affermato la premier. Speriamo non volesse dire “Fate voi”, ma certamente siamo noi a essere in malafede.
(15 marzo 2023)
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