di G.G. #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Lampedusa
I migranti le avevano mangiato “quattro cani”, “numerose galline”, aveva riferito… Insomma era uno dei tanti favolosi e soprattutto veritieri [sic] reportage che gli italioti quotidiani di regime, il regime che vorrebbero, pubblicano sovente per aizzare i cani contro questa o quella minoranza, e che anche in questo caso avevano fatto la loro figuraccia sottolineando come i presunti divoratori di cani avessero lasciato stare i maiali perché per il libro sacro dell’Islam il maiale è carne impura, senza sapere – poveri disinformati ed infantili provocatori – che per quello stesso libro sacro è “carne impura” anche quella dei cani.
Disquisizioni a parte ciò che importa è che non era vero niente. Ciò che voleva la signora erano “soldi”, e probabilmente anche puntare il dito per nascondere ciò che poi è venuto alla luce. Lo afferma, ed è Next Quotidiano a riportare la notizia, il Sindaco di Lampedusa Totò Martello: “ Il sopralluogo ha accertato che sul suo terreno le costruzioni erano abusive”.
Poi il quotidiano cita altre affermazioni del Sindaco dell’isola.
Nel sopralluogo del veterinario e dei vigili urbani sono stati trovati due cani con il microchip e un residuo di ossa mandibolari canine risalenti a sei-sette anni fa. La signora non è stata in grado di esibire la documentazione del cane e non è stato possibile identificarlo. Aveva un codice di allevamento per suini, e infatti sono state trovate anche tre scrofe (…) Risulta tutto non veritiero. La signora vuole risarcimenti, vuole ripagate le galline che le hanno rubato, i cani che le hanno mangiato, vuole soldi. Era lei a non essere in regola…
Secondo il Sindaco gli inviati di Libero che poi pubblicarono la notizia “Avevano un solo obbiettivo: testimoniare che Lampedusa è un bordello, che c’è promiscuità tra cittadini e migranti, e non c’è lo Stato” così “Li ho denunciati ai carabinieri e all’Ordine dei Giornalisti”.
Alla fine qualcuno comincia a ribellarsi alle notizie create ad arte per seminare divisione sociale ed odio. Questa non è l’Italia che vogliamo e chi ci è cascato non ci casca più.
(18 agosto 2020)
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