di Daniele Santi
Non che ci interessi entrare nel novero del buonismo a tutti i costi nel quale troppe voci entrano quando il cattivismo non è più utile, non ci interessa perché la stura alla cattiveria gratuita ad uso elettorale non l’abbiamo data noi; da morte al terun, al famosissimo con il tricolore mi ci pulisco il c**o, alla famosa culona inchiavabile del principe dell’intolleranza verbale di cui al de cuius, queste destre inascoltabili e inguardabili non c’hanno fatto mancare niente. Ma c’è un però.
E quel però sono i bambini. I figli degli altri. I nostri figli. Gli affetti. Quelli non si toccano. Ed è l’abc i cui limiti angusti un professore di liceo non dovrebbe nemmeno pensare di travalicare. Ma è successo. Ed è successo augurando alla figlia della presidente del Consiglio di fare la fine di una 14enne appena ammazzata. Sono naturalmente seguite le scuse e i pentimenti e i “Ho chiesto aiuto all’Intelligenza artificiale per comporre il post pubblicato sui miei profili social. Sono stato superficiale. Sono dispiaciutissimo”, insomma a richiamare la tragedia di Martina Carbonaro, vittima 14enne di femminicidio ad Afragola, augurandosi che una giovanissima ne segua la triste sorte, è stato un uso improprio dell’AI. Quando si dice la sfiga…
Sapremo dunque, tra tanti altri, chi ringraziare quando questo governo darà l’ennesimo giro di vite alla libertà individuali, come se avessero bisogno di essere incoraggiati sulla strada dei restringimenti degli spazi di tutti per educarne nessuno. Grazie professore. Sulle ali dello shakespeariano fama, infamia che importa, sarà ricordato. Ne avremmo fatto a meno.
(1 giugno 2025)
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