di G.G. #LaProvocazione twitter@gaiaitaliacom #Politica
La mania dei social è un po’ una coltellata nelle gonadi, di quella autoinflitte perché, vedete, poi il web mantiene la memoria viva – mica come noi che la uccidiamo e manipoliamo, contro ogni speranza. Così rispunta un tweet nel 2018 dell’attuale ministro degli esteri già ministro del lavoro [sic] Luigi Di Maio che pontificava “Whrlpool non licenzierà nessuno” e si beatificava nel suo orgoglio di avere “riportato il lavoro in Italia”.
.@fattoquotidiano agevolo post evidentemente smarrito. I casi della vita. pic.twitter.com/Z1pecnMNeU
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) October 31, 2020
Il rapporto di Luigi di Maio col lavoro e la politica è ben riassunto dal tweet che riportiamo in alto, e ci racconta un po’ la condizione del ragazzino con poche qualità, pochissima preparazione e molto culo che si convince di essere dove sta non per circostanze fortunate ed irripetibili, ma per sue straordinarie capacità politiche e profondissime, proprio perché insondabili, qualità umane.
Il tweet è anche la summa del fallimento di tutta la politica di destra che Luigi Di Maio ha impresso al M5S e all’immobilismo che caratterizza un governo bloccato proprio da gente come Di Maio o Virginia Raggi che non avendo idea di cosa si possa fare dicono “no” for the sake of “No” …
Proprio loro che si presentavano come il nuovo e che sono i peggiori rappresentanti del conservatorismo giovanilista di trentenni nati morti.
Questo succedeva assai prima che Luigi di Maio si convertisse al baciapilismo ortodosso ad uso buonista e con fotografo al seguito. Giustamente, dopo, non gli resta che pregare.
(1 novembre 2020)
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