di Daniele Santi
Un’operazione d’immagine di una tristezza infinita è quella messa in campo dal governo Meloni con la tragicommedia del Consiglio dei Ministri a Cutro con l’intento di mondarsi della colpa, ricostruendo una narrazione, a proposito di narrazione, che allontani dal governo degli Dei ogni sospetto di superficialità e inadeguatezza.
Il governo Meloni infatti, invece di misure certe e immediate atte, ad esempio, a combattere quegli scafisti con i quali questa destra tanto si riempie la bocca per poi fare i decreti anti-rave come se servissero (e forse servono a permettere alla Polizia di identificare i partecipanti a una raccolta di firme legale), si inventa la passerella di Cutro, perché di questo si tratta, mentre ci sono ancora cadaveri in mare.
Una vicenda vergognosa si conclude nel peggior modo possibile con la politica che pensa di rimettere a posto l’irreparabile, semplicemente con la sua presenza, mostrando i propri privilegi. Non certo umana compassione. E lo scriviamo come persone che non credono che il governo abbia scientemente lasciato che la tragedia occorresse, ma come donne e uomini stanchi di ipocrisie, parole al vento e interventi di facciata.
(6 marzo 2023)
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