di P.M.M., #politica
Con una lunga lista di errori che dice molto sulla capacità politica della Lega di Salvini, il partito è riuscito a rimanere fuori dalle elezioni a Napoli – dove sarebbe stato fatto a pezzi – e i suoi esponenti sono così furiosi da non essersi ancora resi conto che gli ha detto bene. Ai fini del risultato finale.
Donc il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dai delegati della lista “Progetto per Napoli – Prima Napoli – Maresca Sindaco” contro l’esclusione dalla competizione elettorale decisa dalla commissione prefettizia e confermata dal Tar della Campania dopo una serie di errori da dilettanti: tardiva presentazione della documentazione necessaria, carenza della stessa, mancanza di collegamento dei delegati della lista con il sindaco candidato, mancanza del contrassegno di lista, mancanza del bilancio preventivo delle spese per la campagna elettorale. Insomma, due cosucce.
Secondo il Tar, che aveva respinto un primo ricordo, la mancata presentazione del contrassegno elettorale era motivo sufficiente a giustificare l’esclusione, come ricorda il quotidiano partenopeo Il Mattino. Il secondo ricordo, ricorda lo stesso quotidiano, è ulteriormente ingiustificato essendo “per i Comuni con oltre diecimila abitanti obbligatoria la presentazione di un contrassegno di lista, anche figurato” insieme a un “un modello di contrassegno depositato a mano su supporto digitale o in triplice esemplare in forma cartacea”.
Furiosi i leghisti (ma c’è forse un momento in cui non siano furiosi?) con gli esponenti locali a gridare, il linea col Supremo Tribuno, come “migliaia di napoletani” siano “stati derubati dalla possibilità di scegliere il cambiamento”. Non è la Lega a non avere rispettato le regole. No. E’ la suggerita mancanza di democrazia del paese Italia ad impedire la presenza elettorale della Lega alle amministrative. O di come stravolgere la realtà.
L’esclusione è ora definitiva.
(18 settembre 2021)
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