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De Magistris è uno e bino. E scomodo. E inviso a Spirlì. Potrebbe anche diventare Governatore

di Daniele Santi #Politica

Dopo aver provato a creare un sodalizio politico con Yannis Varoufakis e Ada Colau senza risultati, dopo aver tentato di costruirsi un futuro politico guardando un po’ al M5S e un po’ all’area PD di Ruotolo, oggi Luigi De Magistris non avendo trovato alternative per proseguire il suo cammino torna in Calabria e si appresta a chiudere il suo rapporto con Napoli. Come la lascia?

Mentre la giunta rimaneggia, cerca alleanze improbabili e schieramenti per sostenere la candidata Alessandra Clemente, in città si passano in rassegna i dieci anni trascorsi in compagnia di un sindaco che innegabilmente è stato molto amato dalla maggioranza dei napoletani e sinceramente detestato dagli altri.

De Magistris è un personaggio a tutto tondo, senza sfumature. Un guascone con buone intenzioni, scarsa lungimiranza, idee realizzate confusamente oppure a metà e un atteggiamento – a voler essere generosi – da finto zapatista che le sue promesse zapatiste le ha lasciate in un cassetto. Non solo per colpa sua, naturalmente. La mancanza di fondi e il pessimo rapporto con il governatore De Luca hanno avuto un peso sulla mancata realizzazione di programmi ambiziosi che evidentemente da soli non si affrontano, né a Napoli né altrove. De Magistris ha il merito di essersi speso per la realizzazione del progetto di riqualificazione del quartiere Scampia, quello reso “famoso” da Roberto Saviano con Gomorra, ha il merito di non aver eseguito sfratti durante il suo mandato, di aver intrattenuto almeno per un certo periodo un dialogo con i centri sociali, con i rappresentanti della parte più debole della popolazione, di aver preso impegni per garantire il diritto alla casa a poco meno di 20mila cittadini senza tutele. Gli impegni non sono stati rispettati, non solo perché le risorse economiche derivanti dal turismo sono state destinate davvero poco al welfare ma anche perché ostacolare gli interessi privati nella gestione del patrimonio immobiliare è impresa titanica. Del resto se si vuole fare del turismo di massa la risorsa prioritaria, si accetta giocoforza di accelerare il processo di gentrificazione che relega gli ultimi ai margini delle città: affitti brevi, B&B e strutture ricettive rendono.

Il sindaco ha puntato molto sul turismo, come nessuno prima, sfruttando bellezza e cultura della città. L’imprevisto effetto pandemia ha vanificato gli sforzi che sono stati fatti. Prima della pandemia, è riuscito nell’intento anche basandosi sull’estemporaneità di eventi sportivi di breve durata, spendendo soldi inutili per preparare la città all’accoglienza di un torneo di tennis piuttosto che di una regata e lasciando nell’incuria pezzi importantissimi del patrimonio artistico che cadono a pezzi, occupandosi troppo della città-vetrina e meno dei quartieri degli esclusi.

De Magistris verrà ricordato anche per essersi inspiegabilmente fissato con le piste ciclabili come fossero la salvezza dei napoletani; lo ha fatto più che altro per indossare con pochi sforzi il fiore all’occhiello dell’ambientalismo. Seguendo questo filone ha pedonalizzato diverse zone della città dimenticando che questi provvedimenti devono andare di pari passo con l’efficienza dei servizi. Ha gestito abbastanza bene l’annosa questione dei rifiuti senza risolverla definitivamente come aveva promesso ma mettendo giustamente i bastoni tra le ruote a chi voleva altre discariche e altri inceneritori. Il sindaco uscente ha messo i bastoni tra le ruote anche a Matteo Renzi quando propagandava un progetto megagalattico di riqualificazione dell’area Bagnoli che non è stato mai realizzato e che escludeva la partecipazione sia del primo cittadino che dei napoletani.

In Calabria De Magistris viene processato per aver diffamato un magistrato durante una puntata di Piazza pulita nel 2017 e contemporaneamente prende il via la campagna elettorale per la Presidenza della regione. E’ una campagna tutta tesa a togliere spazio al PD, creando alleanze con il M5S, con l’amico Mimmo Lucano, con quanti si spendono per la politica che parte dal basso ma anche dialogando con alcuni esponenti delle istituzioni che fanno capo alla destra.

Impossibile non tener conto della destra in Calabria, visto che alle elezioni un anno fa fece il gran botto con il 56% grazie ai legami stretti con i potentati locali che garantiscono voti. Certo la cura Spirlì non era ancora iniziata e la Calabria non era ancora commissariata.

Se a Napoli la politica dal basso non è mai nata, se in una regione commissariata vincere potrebbe essere una mission impossible, vuoi vedere che tra l’antipatia manifesta del facente funzioni con scialle al seguito nei confronti di De Magistris, quella di De Luca che non vede l’ora di toglierselo dai piedi e la tendenza salviniana a proporre candidati perdenti, l’ex Sindaco di Napoli ci diventa Governatore della Calabria?

 

(8 febbraio 2021)

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