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Esodo silenzioso: il Mezzogiorno che l’Italia continua ad abbandonare

di Massimo Mastruzzo*
Che si tratti delle festività natalizie, di quelle pasquali o delle ferie estive, puntualmente il dibattito pubblico torna a concentrarsi sul caro-biglietti. Un problema reale, certo, ma raccontato quasi sempre in modo parziale.
Non si parla infatti di chi sceglie una vacanza o un weekend fuori porta, bensì di milioni di cittadini costretti a spostarsi per lavoro, studio o cure sanitarie: emigrati dal Sud Italia verso il Centro-Nord e oggi definiti con eufemismi rassicuranti come fuorisede, mobilità o rientro dei cervelli.

Ma il prezzo dei biglietti non è la causa, è solo uno degli effetti.

La vera domanda, che sistematicamente nessun grande media sembra voler porre, è un’altra: è normale che una parte consistente della popolazione italiana sia costretta a lasciare la propria terra per poter vivere dignitosamente?
Ed è ancora più normale che la politica nazionale accetti questo fenomeno come inevitabile?

I dati ufficiali dell’ISTAT raccontano una realtà inequivocabile. Nel biennio 2023-2024, i trasferimenti di residenza dal Mezzogiorno verso il Centro-Nord sono stati 241.000, a fronte di 125.000 movimenti nella direzione opposta, con un saldo migratorio interno negativo di 116.000 residenti per il Sud in soli due anni, ((ISTAT, “Migrazioni interne e internazionali della popolazione residente”). Il fenomeno non è episodico ma strutturale. Sempre secondo l’ISTAT, il saldo migratorio interno del Mezzogiorno è pari a –3,2 per mille abitanti, con punte ancora più drammatiche in alcune regioni: Basilicata (–5,6‰) e Calabria (–5,0‰). In alcune province il dato assume contorni da emergenza sociale, come nel caso di Vibo Valentia (–12,7‰), (fonte: ISTAT, indicatori demografici regionali).
Nel solo 2024, dai Comuni del Mezzogiorno sono partite oltre 401.000 persone, mentre gli arrivi si sono fermati a circa 349.000, confermando un saldo negativo persistente e generalizzato, (ISTAT, “Indicatori demografici – anno 2024”).

Se si amplia lo sguardo storico, il quadro è ancora più allarmante: tra il 2001 e il 2024 il Mezzogiorno ha perso oltre 2,7 milioni di residenti, in gran parte giovani e persone in età lavorativa. Un’emorragia demografica paragonabile, per dimensioni e impatto, a quella del secondo dopoguerra. Eppure, a fronte di questi numeri, continuiamo ad assistere a proclami governativi sull’aumento dell’occupazione nazionale, come se le medie statistiche potessero cancellare il fatto che una parte del Paese continua a svuotarsi.

Crescita per chi? E soprattutto, a quale prezzo territoriale?

La narrazione mediatica si ferma troppo spesso all’aneddoto: il passeggero intervistato in stazione, all’aeroporto o alla fermata dei bus a lunga percorrenza.

“Torno a casa per le feste”, “Rientro al mio paese”, “Vado dalla mia famiglia”.

Quasi mai, però, la stessa domanda viene rivolta ai decisori politici:
perché nel 2025 dal Mezzogiorno si continua a emigrare come settant’anni fa?
Perché lo Stato accetta che una parte della Nazione funzioni stabilmente da serbatoio umano per l’altra?

Finché il dibattito resterà confinato al prezzo di un biglietto aereo o ferroviario, il problema continuerà a essere raccontato come un disagio stagionale. Ma i numeri parlano chiaro: non è un’emergenza temporanea, è una questione strutturale, politica e nazionale.

In questo silenzio istituzionale, una delle poche realtà politiche che ha portato il tema dell’emigrazione interna al centro del dibattito è il Movimento Equità Territoriale, che da anni denuncia, dati alla mano, l’abbandono sistematico del Mezzogiorno e l’assenza di politiche capaci di garantire pari diritti territoriali, a partire dal lavoro, dai servizi e dalle infrastrutture. Continuare a ignorare l’esodo dal Sud significa accettare l’idea di un’Italia divisa, diseguale, destinata a perdere una parte fondamentale della propria identità e del proprio futuro.
E questa, più del costo di qualsiasi biglietto, è la vera emergenza nazionale.

 

*Direttivo nazionale MET
Movimento Equità Territoriale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



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