Ricordate? Avevano promesso l’ennesimo condono che però non era un condono perchè la proposta di condono edilizio andava tradotta in fratelliditaliese e voleva dire: “Se vinciamo ce lo dimentichiamo perché abbiamo vinto e se perdiamo” (loro sapevano che avrebbero perso) “se perdiamo non dobbiamo fare niente perché abbiamo perso”. Sono dei geni, dei geni del male (e del nulla), ma dei geni.
Dunque, a giochi fatti, ci sono alcune cose abbastanza certe: la forza della Lega in Veneto costringerà Salvini, per non essere fagocitato dal suo candidato vincente e dalla valanga di voti ricevuti da Zaia, a tenere Meloni sulla graticola. Salvini dovrà gridare parecchio, certamente, perché gli elettori lo stanno rendendo lentamente, ma inesorabilmente, rendendo irrilevante.
Alle destre ora non resta che cambiare la Legge elettorale, come Donzelli si è affrettato a verbalizzare urbi et orbi col solito garbo tutto personale e ricordando che lo dovranno fare con le opposizioni (quanta democrazia, tutta insieme, quasi commovente….), ma dovrà fare i conti col PD che continua ad essere l’unico partito con un elettorato fedele, radicato, e una segretaria che – se politicamente può essere discutibile – è certamente bravissima in campagna elettorale ed è un’ottima cucitrice di alleanze.
Ora bisognerà ascoltare attentamente Meloni: più griderà più in difficoltà sarà. E in più il PNRR scade a dicembre. E hanno appena venduto una timida promozione di Moody’s come una promozione in serie A (i soliti fantasmagorici titoli delle reti Mediaset), ma si è passati solo al BAA. A tornare indietro basta uno sternuto. E c’è il centro di Casa Riformista che cresce (in Campania è al 5,9%) e sappiamo bene dopo che Meloni e FdI hanno fatto cadere la maschera della destra ragionevole, quale prateria si sia aperta per i moderati di questo paese – moderati che non votano a destra.
Insomma hanno poco da saltare (chi non vota astensionista è, pensateci).
(24 novembre 2025)
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