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Una politica votata all’involuzione e evoluzione delegata ai “pollici digitali”

di Alfredo Falletti

A questo Paese, alla sua gente, alla Costituzione, ai diritti servono un Governo capace di far proprie le esigenze di tutti e fare tutto il possibile perché ciò venga garantito. E realizzato.

Serve anche un’opposizione che abbia la forza di esser tale, che abbia la capacità di controllare l’operato del Governo, di tutelare la Costituzione e di proporre alternative tese sempre e comunque al bene del Paese quando l’azione di Governo sia in contrasto con questo naturale principio. A tutto questo, deve corrispondere una naturale evoluzione tesa al miglior futuro possibile. Oggi non possiamo far altro, invece, che constatare come la politica sia in costante involuzione con la prospettiva a breve termine di ritrovarsi a non saper andare oltre alla capacità di avere i pollici opponibili dei primati cercando di capire cosa fare di questa abilità.

Nessuno può affermare che stiamo vivendo una democrazia sana: da una parte un Governo palesemente inadeguato anelante i “pieni poteri” che agisce come se già li avesse e dall’altra un’opposizione, divisa, priva di visione rivolta al futuro e con troppi elementi tenacemente occupati nel difendere il loro passato. Un’opposizione priva di capacità di comunicazione sia verso l’esterno per far comprendere alla gente le proposte che si portano avanti, sia verso l’interno per far comprendere le strategie e le tattiche politiche in vista di ogni tornata elettorale. Insomma “nebbia fitta in Valpadana”.

Del resto, alla base dell’affermazione dell’attuale maggioranza che si fregia di aver avuto “mandato dagli italiani a governare” con un reale 26,6% di voti sul 64% di coloro che si sono recati a votare, fa da contraltare la ectoplasmatica minoranza di opposizione che alle elezioni ha ottenuto il 17% di voti espressi.

Il risultato più oggettivo: la maggioranza reale è rappresentata da quel 36% (in aumento!) di italiani stanchi, sfiduciati nauseati che se mai qualche mandato potessero concretamente conferire sarebbe ben altro “mandare” rispetto a quello orgogliosamente sbandierato dal governo.

Un’opposizione reale farebbe la differenza in un Paese con un “governo a democrazia limitata” potendone sfruttare l’analfabetismo istituzionale, le continue contraddittorietà e le manifeste incapacità spesso divenute uno spettacolo non dissimile da quello di certi personaggi cabarettistici. Invece assistiamo ad una compagine che si agita scompostamente come oche del Campidoglio con fare ondivago, alcuni come banderuole al vento, mentre avanzano indisturbate azioni di Governo improponibili ed imbarazzanti se non veri e propri attacchi ai diritti costituzionalmente garantiti.

Un banale esempio?  Si è recentemente appalesato che il ministro Giorgetti abbia allo studio l’applicazione di accise sulle ricariche delle auto elettriche per compensare la diminuzione degli incassi di accise sui carburanti  causata dell’aumento delle vendite di auto ibride ed elettriche. Si immagini cosa si sarebbe potuto fare dopo i proclami e le promesse della campagna elettorale. Opposizione non pervenuta.

Viene così spontaneo pensare che non avremmo un Governo che lascerà macerie sociali, politiche, economiche e soprattutto umane sotto ogni aspetto se ci fosse una classe politica d’opposizione alternativa in grado di esprimere un livello politico, etico e soprattutto ideologico tipico del ruolo che si chiede ad una reale opposizione.

Purtroppo tutto ciò è talmente lontano da tenere altrettanto lontano quasi il 40% di elettori a far qualsiasi altra cosa piuttosto che andare a votare.

Purtroppo questi elettori non hanno la consapevolezza di aver consegnato il Paese, loro compresi, ad un sistema politico perverso e supponente che esercita tutta la sua frustrazione dopo aver conquistato i “palazzi” con danni che si riveleranno incommensurabili nel tempo mentre la sedicente opposizione è impegnata in beghe da cortile non rendendosi conto che, più o meno silenziosamente, la gente rifiuta manovre occulte, nepotismi e “familiarismi” di comodo, rifiuta ministri sotto inchiesta e compravendite di voti e favori come in un mercato delle vacche e vorrebbe un’opposizione che sfidi il potere con delle idee vere e sostenibili, che voglia costruire guardando al futuro senza adattamenti che salvino personaggi ormai impresentabili e anacronistici non per età, ma per visione.

Ed ancora un’opposizione che tenda al governo del Paese riprendendosi, per perseguirle e realizzarle, tutte le rivendicazioni sociali che si ha lasciato appropriarsene alla destra così da attribuirsi meriti inesistenti con la tecnica a loro ben nota che una menzogna ripetuta tante volte diventa una verità. Altrettanto grave l’incapacità strutturale dell’organizzazione addetta alla comunicazione, lontana anni luce dalla vita reale più di quanto non lo siano gli stessi partiti (non solo di opposizione).

Tutti temi che sono da sempre nel DNA di una certa sfera sociale e politica PER la gente portati avanti da donne e uomini che erano CON la gente, ma che forse ormai hanno subito una mutazione genetica nella propria identità politica diventando “mobilia di Palazzo”.

 

 

(22 maggio 2024)

©gaiaitalia.com 2024 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 





 

 

 

 

 



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