di Massimo Mastruzzo, #Politica
“(…) sembravano eresie, sono sempre di più verità, talmente banali, che non serve scomodare personaggi storici come Zanardelli, Nitti, Salvemini, Gramsci, “basta” un più contemporaneo, e bravo economista, come il bocconiano Carlo Cottarelli, per essere riconosciute come tali…”
Io penso che il vero grande problema di questa nazione, da quando si chiama Italia, sia la vergognosa condizione incostituzionale nella quale versa il suo sud, condizione che di decennio in decennio è andata sempre più peggiorando e che ha un nome ed un cognome: Questione Meridionale.
Lo so, ormai sembra una brutta parolaccia, di quelle che, se dette, fanno mettere in punizione i bambini. Ma non l’ho inventata io, è nata in un determinato contesto storico, è stata inutilmente affrontata da illustri personaggi storici e contemporanei, se ne conoscono oramai approfonditamente le reali cause, e, probabilmente, proprio per queste, messa sotto al tappeto dell’ipocrisia nazionale e liquidata come problema di tipo antropologico (cornuti e mazziati recita un sempreverde proverbio).
Il paradosso di questa oramai insostenibile condizione di disomogeneità territoriale, denunciata chiaramente attraverso i criteri usati per la ripartizione dei Recovery Fund, anche dalla Commissione europea, è l’assurda pretesa che prima (ancora con questo questo “Prima”) bisogna pensare alla “locomotiva del paese”: MOSE, Expo, Secondo e Terzo Valico, Alta velocità, autostrade in ogni dove, aeroporti ogni 50 chilometri, etc. etc., e nonostante questa nazione e non cresca più da 20 anni, il solito refrain è che sarà con questo, fallimentare, sistema di concentramento di risorse in una sola area del paese, il nord, che si ridarà l’auspicata coesione sociale. Senza contare che per perseguire questo si è sconfinato nell’assurdo, arrivando fino all’ossimoro, di un partito, la Lega Nord, nato dichiaratamente, come da statuto, con la secessione e che da diversi anni guida il governo nazionale.
Al contempo se solo prova ad affacciarsi sul panorama politico italiano una realtà che abbia una parvenza meridionalista, e che, avvalorata da fondate tesi economiche (vedi il libro “L’economia reale del Mezzogiorno ” degli economisti Alberto Quadrio Curzio e Marco Fortis, dove viene del tutto smontata l’idea autolesionista che l’Italia possa fare ancora a meno del sud) rispolvera la Questione meridionale (voi chiamatela come vi pare, sempre irrisolta è), per provare a risolverla, e così far ripartire il sud e di conseguenza tutta l’Italia, apriti cielo.
L’incapacità della politica nazionale e della gran parte della stampa, di fare outing è inversamente proporzionale alla rapida presa di posizione davanti alla definizione meridionalista di una realtà come il M24A-ET, movimento per l’Equità Territoriale che, davanti a questi dati sulla disoccupazione, chiede una spiegazione:
- Ghana 4%
- Sri Lanka 4%
- Bangladesh 5%
- Azerbaigian 6%
- Pakistan 7%
- Repubblica Centrafricana 8%
- Egitto 8%
- Zimbabwe 11%
- Iran, 11%,
- Libano 11%
- Zambia 15%
- Iraq 16%
- SUD ITALIA 17%
Nel frattempo i parlamentari italiani, che hanno giurato sulla Costituzione, e si riempiono la bocca con affermazioni che contengono le parole: giovani, donne, occupazione, infrastrutture, seguite dall’indicazione Territoriale SUD, si vergognino. Nonostante l’articolo 3 della Costituzione hanno votato a favore di un PNRR dove si legge chiaramente che il 34%, poi divenuto 40%, mantiene lo status quo del divario con il resto della nazione!!! Una vergogna.
(9 maggio 2021)
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